Una survey realizzata da Integratori & Salute, con il supporto tecnico e metodologico di PwC Italia, rivela esigenze, percezione e prospettive delle aziende di integratori alimentari aderenti all’Associazione.
Dall’indagine di Integratori & Salute “La voce delle aziende: un’indagine delle loro prospettive ed esigenze”, alla quale hanno risposto 50 imprese di diverse dimensioni e ambiti di business, emerge, in primis, che la quasi totalità delle aziende del panel opera in Italia, principale mercato di riferimento. A seguire troviamo il resto dell’Europa (44%), l’Asia (28%), l’America (16%), l’Africa (10%) e l’Oceania (8%).
Le aziende di integratori intervistate sono soprattutto nazionali (60%), di dimensioni medio-grandi, mentre il 24% sono a capitale estero e il 16% sono multinazionali a capitale italiano.
Per circa l’80% delle aziende il modello di business prevalente è volto alla commercializzazione di integratori, mentre nella produzione domina quella per conto terzi. I clienti più rilevanti delle aziende di integratori sono i grossisti, seguiti dai distributori.
La popolazione aziendale è costituita principalmente da impiegati e operai, mentre quadri e dirigenti rappresentano mediamente il 20%. La maggior parte delle aziende, pur non avendo la certificazione di parità di genere, considerano questo traguardo come uno degli impegni prioritari per i prossimi anni. Allo stesso tempo, le imprese del settore integratori oggetto della survey supportano smartworking (72%), programmi di formazione continua (72%) e flessibilità oraria (64%).
FARMACIA PRIMO CANALE DI VENDITA, VITAMINE E SALI MINERALI I PRODOTTI PREVALENTI
I primari canali di vendita sono le farmacie e parafarmacie e il B2B, seguiti da E-Commerce e Corner GDO.
Tra gli integratori proposti dalle aziende troviamo al primo posto vitamine e sali minerali (82%) seguiti da probiotici (80%), integratori per la funzione immunitaria (80%) e per la regolarità intestinale (76%).
UN SETTORE DALLA FORTE IMPRONTA INNOVATIVA
L’86% delle aziende intervistate possiede un’unità di R&D che si occupa di tematiche regolatorie nell’ambito degli integratori alimentari. Tra le aziende del campione, le nazionali e le multinazionali a capitale italiano sono quelle che investono maggiormente in R&D.
Inoltre, secondo i dati dello studio, 8 aziende su 10 hanno collaborazioni di ricerca attive, principalmente con università o istituti di ricerca accademici.
Per il futuro, emerge dalla survey, gli investimenti saranno sempre più orientati a individuare nuove formulazioni di integratori alimentari (84%), alla digitalizzazione dei processi aziendali (68%), alla formazione e allo sviluppo del personale (62%) e all’espansione della distribuzione (48%).
“Oggi, grazie alla forte impronta innovativa del comparto siamo impegnati a ricercare e a progettare gli integratori di domani, che dovranno rappresentare un sostegno sempre più mirato e strategico per il benessere delle persone”, afferma Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute. “Un utilizzo degli integratori nei prossimi anni come strumento di prevenzione primaria può infatti costituire un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali. In generale, il futuro del nostro settore dipenderà anche dalla capacità delle imprese di integratori di innalzare il livello qualitativo dei propri prodotti e di partecipare attivamente al dibattito regolatorio. Le imprese devono continuare ad avere il coraggio di investire in ricerca e collaborare con il mondo scientifico per dimostrare l’efficacia dei nutrienti, anche adottando modalità di valutazione innovative.”
PRIORITÀ STRATEGICHE, SFIDE E PREOCCUPAZIONI DELLE AZIENDE
L’ampliamento del portafoglio prodotti (80%) è la priorità strategica assoluta per le aziende oggetto della survey, seguito da sostenibilità economica del business (58%), export (40%), e crescita per acquisizioni (26%).
Le sfide più rilevanti che le aziende sentono di dover affrontare riguardano le modifiche regolatorie in ambito di normativa europea (86%) alle quali le aziende stanno cercando di adeguarsi il più rapidamente possibile, i costi e la disponibilità delle materie prime (84%), la concorrenza nel settore (68%), il contesto geopolitico (68%) e la sostenibilità (58%).
Allo stesso tempo ci sono alcuni temi percepiti come preoccupanti dalle imprese di Integratori & Salute intervistate. Tra questi, solo per citarne alcuni, l’assenza di armonizzazione a livello EU ed extra-EU rispetto ad argomenti come materie prime, gestione dei contaminanti, claim di prodotto e sanzioni. Proseguendo con le restrizioni applicate all’uso delle preparazioni botaniche negli integratori e, infine, il sempre maggior ricorso all’autocura da parte dei pazienti.
“Lo sguardo del settore, sempre orientato al futuro, sembra essere in netto contrasto con la situazione normativa a livello europeo”, prosegue Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute. “Purtroppo, accade continuamente che diversi nutrienti vengano messi in discussione da parte della Commissione Europea in maniera scollegata dalla realtà scientifica. È auspicabile, pertanto, un’armonizzazione delle regole sugli integratori a questo livello, perché oggi ci troviamo di fronte a una regolamentazione frammentata che penalizza l’innovazione nel nostro Paese. Anche i processi di registrazione di nuovi nutrienti, come i ‘novel food’, vengono gestiti con metodologie ormai superate rispetto alle attuali conoscenze; una loro semplificazione comporterebbe enormi benefici sia per il settore che per i cittadini.”
L’IMPORTANZA DATA DALLE AZIENDE ALLE AZIONI ETICHE E A QUELLE IN AMBITO ESG
Infine, dall’indagine emerge che circa l’80% delle aziende del panel vanta procedure specifiche per gestire questioni etiche e si è dotato di un proprio codice etico di riferimento. Per quanto riguarda l’ambito ESG, le principali azioni sono legate al welfare (52%), a programmi di sicurezza e salute per i dipendenti (52%), e a interventi sul packaging (52%), seguite dalla promozione della parità di genere sul posto di lavoro (44%).