Gli integratori a base di probiotici si confermano alleati sempre più preziosi

DAL BENESSERE MENTALE E INTESTINALE AL SUPPORTO NELLE PERFORMANCE SPORTIVE:

GLI INTEGRATORI A BASE DI PROBIOTICI SI CONFERMANO ALLEATI SEMPRE PIÙ PREZIOSI

NEL 2024, IL MERCATO DI QUESTA CATEGORIA HA PROSEGUITO LA SUA CRESCITA (+6,6%)

 

Si tratta di una tipologia di integratori scelta da un numero sempre maggiore di consumatori attenti al benessere e alla prevenzione.
Questi prodotti vengono impiegati in numerosi ambiti: da quello, tradizionale, di supporto alle difese immunitarie al benessere intestinale, quello mentale o durante le prestazioni sportive.
Con l’aiuto del Dott. Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy,
scopriamo i benefici di questa categoria di integratori, soprattutto in vista dell’inverno.

 

Con l’arrivo dei primi freddi, cresce l’attenzione verso tutto ciò che può sostenere le naturali difese dell’organismo. Tra gli integratori alimentari, quelli a base di probiotici rappresentano in generale la categoria più rilevante del mercato. Secondo un’elaborazione di Integratori & Salute su dati New Line, nel 2024 i probiotici hanno registrato nel canale farmacia un fatturato di 492,6 milioni di euro, in crescita del +6,6% sull’anno precedente, e oltre 28,3 milioni di confezioni vendute (+3,1%). Un risultato che conferma il ruolo centrale di questa categoria, che rappresenta quasi il 13% del valore totale del comparto integratori[1].

L’uso mirato di questi microrganismi vivi va oltre la tradizionale applicazione per favorire l’equilibrio della flora intestinale, con la ricerca che ne sta esplorando il ruolo in ambiti nuovi e diversificati, come lo sport, la dermatologia e l’asse intestino-cervello.

 

IL MICROBIOTA: UN MONDO INVISIBILE CHE LAVORA PER LA NOSTRA SALUTE

Dentro di noi vive una comunità dinamica e complessa: si tratta del microbiota, ovvero l’insieme dei miliardi di microrganismi che popolano il nostro corpo, in particolare l’intestino, e che influenzano profondamente la nostra salute quotidiana. “Oggi sappiamo che il microbiota non è un semplice ospite del nostro organismo, ma un alleato attivo del nostro benessere,” spiega il Dott. Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy. “Quando l’equilibrio di questa flora si altera (una condizione nota come disbiosi), possono comparire disturbi intestinali, infiammatori o perfino alterazioni dell’umore. I probiotici, microrganismi vivi che apportano benefici se assunti in quantità adeguate, aiutano a mantenere questo delicato sistema in equilibrio. I più noti appartengono ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium, presenti in alimenti fermentati come yogurt e kefir, ma anche in formulazioni specifiche di integratori”.

 

DALL’INTESTINO ALLA PELLE: IL BENESSERE PASSA (ANCHE) DAI PROBIOTICI

L’uso mirato di probiotici si sta espandendo oltre le applicazioni consolidate (come il supporto al mantenimento dell’equilibrio della flora intestinale), concentrandosi sui complessi assi di comunicazione che legano l’intestino ad altri organi e tessuti, come ad esempio la pelle, che è oggi un ambito di ricerca in rapido sviluppo. «Diversi studi recenti, ancora in valutazione da parte di EFSA, l’autorità che regola la comunicazione al pubblico di questi temi, hanno mostrato che una disbiosi intestinale si associa anche a condizioni cutanee come dermatite atopica, psoriasi o acne”, sottolinea il Dott. Poli. “Assumere probiotici, in questi casi -anche attraverso l’integrazione, se necessario – non sostituisce le cure dermatologiche, ma può contribuire a migliorare la barriera intestinale e, di riflesso, quella cutanea, riducendo infiammazione e stress ossidativo”.

 

MICROBIOTA E PERFORMANCE SPORTIVA: UN NUOVO EQUILIBRIO PER CHI FA ATTIVITA’ FISICA

Anche il mondo dello sport guarda con crescente interesse al ruolo del microbiota e agli effetti degli integratori a base di probiotici nel mantenimento del benessere generale. Negli sport di endurance, come corsa, ciclismo e triathlon, lo sforzo fisico intenso e prolungato può alterare l’equilibrio della flora intestinale, favorendo fenomeni di “disbiosi sport-indotta”.

 “Il ruolo dei probiotici nel mantenere in equilibrio il microbiota intestinale, evitando la comparsa di queste alterazioni è oggi al centro di una crescente attenzione scientifica”, continua il Dott. Poli. “In base agli studi più recenti, la supplementazione con integratori a base di probiotici – che deve essere sempre consigliata o prescritta da un medico o un professionista della nutrizione – può controllare la comparsa dei disturbi gastrointestinali legati all’attività intensa e sostenere la normale funzionalità immunitaria. Si tratta di un ambito promettente, sebbene non ancora pienamente codificato”.

 

PSICOBIOTICI: QUANDO L’EQUILIBRIO DELL’INTESTINO INFLUENZA LA MENTE

Infine, negli ultimi anni, la ricerca ha individuato un legame sempre più stretto tra microbiota intestinale e benessere mentale, dando origine al concetto di “psicobiotici”: ceppi probiotici capaci di modulare l’asse intestino-cervello.
“Le evidenze preliminari suggeriscono che alcuni probiotici possano contribuire a migliorare la gestione dello stress e sostenere l’umore”, osserva il Dott. Poli. “Parliamo di microrganismi vivi che, in specifiche formulazioni, possono agire sull’infiammazione sistemica e sulla produzione di neurotrasmettitori, supportando il benessere psicologico. Tuttavia, è importante sottolineare che si tratta di un ambito di ricerca in evoluzione e l’uso di questi prodotti dovrebbe sempre avvenire sotto consiglio medico”.

[1] New Line, 2025, mercato degli integratori. Totale Italia: farmacia.

Intelligenza artificiale e integratori alimentari: il futuro del benessere è personalizzato, predittivo e sostenibile

L’Intelligenza Artificiale sta riscrivendo le regole anche nel mondo dell’integrazione alimentare.

Non più solo prodotti “per tutti” ma soluzioni su misura modellate sui dati di ciascun individuo, come emerge dall’analisi di PwC Italia sulle strategie innovative del settore.

L’AI, inoltre, si sta rivelando uno strumento utile sia per rendere la filiera degli integratori sempre più sostenibile – puntando sulla riduzione degli sprechi – sia come supporto nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.

Si è parlato di questi temi in occasione dell’Assemblea annuale di Integratori & Salute, tenutasi nella Torre PwC a Milano, che ha voluto accendere il dibattito sulle strategie più innovative per gli integratori del futuro.

 

Milano 15 ottobre 2025. Algoritmi avanzati, data analytics e automazione stanno cambiando il modo in cui gli integratori vengono ideati, prodotti e consigliati. Oggi, grazie all’AI, è possibile analizzare dati biometrici, genetici e comportamentali, prevedere bisogni futuri sulla base dello stile di vita e offrire un’esperienza di benessere completamente centrata sull’individuo.

Allo stesso tempo, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel settore degli integratori alimentari è in grado di supportare le aziende nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti: analizzando grandi quantità di dati molecolari e di mercato, si può prevedere la bioattività e la tossicità di nuove molecole, riducendo i tempi e i costi di sviluppo.

Infine, l’AI sta avendo un impatto significativo anche sulla sostenibilità del settore, agendo lungo l’intera filiera, dall’approvvigionamento delle materie prime fino al consumo.

Sono questi alcuni dei temi di cui si è parlato in occasione dell’Assemblea annuale di Integratori & Salute, la realtà nazionale più rappresentativa del settore degli integratori alimentari, che conta circa 200 aziende nazionali e multinazionali su tutto il territorio italiano ed è parte di Unione Italiana Food, aderente al sistema Confindustria.

L’Assemblea, che si è tenuta oggi a Milano presso la Torre PwC, ed è stata organizzata con il sostegno di Schneider Electric, si è aperta con uno speech introduttivo di Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute, a cui è seguito l’intervento di Annarita Bellarosa, Director Health, Pharma & Life Sciences di PwC Italia, che ha affrontato il tema: “AI e digitalizzazione: trend, impatti e strategie di adozione”. A seguire, è stata la volta di Alberto Cremilli, Life Science Segment Manager Schneider Electric, che ha esposto una presentazione su “AI per nutrire il benessere, sfide e opportunità per l’industria nutraceutica sostenibile”; infine, ha chiuso i lavori Jacopo Lucci, CSO, Bios-Therapy, Physiological Systems for Health SpA con una relazione dal titolo: L’attività e il meccanismo fisiologico delle matrici naturali: AI e diagnostica in vitro multiomica”.

 

IL MERCATO MONDIALE DELL’AI È IN FORTE CRESCITA: L’IMPATTO SUL SETTORE DELLA SALUTE

L’analisi “AI e digitalizzazione: trend, impatti e strategie di adozione, presentata da PwC Italia, evidenzia come il mercato globale dell’AI crescerà fino a 2T$ entro il 2030 e costituirà una delle principali leve d’innovazione e competitività. Nel 2024, in Italia, il valore del mercato dell’AI è stato pari a 1.3B$ (+58% vs 2023). Allo stesso tempo, il 59% delle grandi imprese italiane ha già un progetto attivo in ambito AI (vs. una media europea del 69%).

Secondo l’analisi di PwC, si prevede che, entro il 2030, sarà di 868 B$ l’impatto dell’AI nel settore della salute a livello globale, riconducibile sia al risparmio sui costi (646B$) che al miglioramento dei ricavi (222B$).

Nel 2025, nel nostro Paese il 31% dei cittadini italiani ha utilizzato strumenti di GenAI (+9% rispetto al 2024) e l’11% lo ha fatto in ambito sanitario. Si stima che il livello di adozione dell’AI nel settore della salute oggi si colloca tra il 10%-30%, ma entro il 2030 supererà il 30%, trasformando processi, servizi e modelli di cura.

 

“Dalla nostra analisi emerge come l’AI sia destinata a rivoluzionare la sanità del futuro offrendo rilevanti benefici sia da un punto di vista del risparmio economico che in termini di efficienza operativa e nella prevenzione, diagnosi e cura”, ha affermato Annarita Bellarosa, Director Healthcare, Pharma & Life Sciences di PwC Italia. “Sarà sempre più possibile semplificare le pratiche amministrative e di back office, ottimizzare l’allocazione delle risorse e dei flussi di lavoro, migliorare il Customer Care, l’engagement e l’aderenza dei pazienti. Allo stesso tempo, si potranno fare analisi predittive su prognosi e outcome, migliorare l’accuratezza diagnostica e creare piani di trattamento personalizzati. Infine, sarà possibile favorire assistenza a distanza, facilitare la formazione del personale e l’informazione dei pazienti.

 

L’AI OGGI STA TRASFORMANDO IN PROFONDITÀ ANCHE LA FARMACIA

Quella della AI è una rivoluzione che coinvolge anche il canale della farmacia. Dall’ ottimizzazione delle attività manuali per ridurre errori e tempi, al miglioramento della gestione del magazzino, del riordino automatico dei farmaci e della predizione della domanda stagionale. Il tutto passando per una sempre maggiore personalizzazione del servizio all’utente-paziente che vede protagonisti chatbot e assistenti virtuali. Allo stesso tempo, grazie all’AI sarà possibile identificare i pazienti a rischio di non aderenza terapeutica, inviare reminder automatici per terapie e ritiro farmaci, monitorare pazienti tramite dispositivi collegati.

 

L’INTEGRAZIONE ALIMENTARE DEL FUTURO: TRA NUOVE SFIDE E RESPONSABILITÀ ETICA

L’uso dell’AI nel settore dell’integrazione alimentare presenta però anche delle sfide: nonostante i suoi numerosi vantaggi, è fondamentale che l’intelligenza artificiale non sostituisca il ruolo centrale dei professionisti della salute. Medici, dietisti, farmacisti e nutrizionisti restano figure insostituibili nell’interpretare i bisogni individuali, fornire consigli personalizzati e garantire un approccio etico e sicuro all’integrazione alimentare.

“Grazie all’AI, stiamo entrando in una nuova era dell’integrazione alimentare, in cui ogni prodotto può essere pensato per un preciso profilo nutrizionale e un determinato stile di vita”, ha sostenuto Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute. “È una rivoluzione che coinvolge la ricerca e sviluppo, ma anche la produzione e il rapporto con i consumatori. Basti pensare che oggi l’AI viene già impiegata per analizzare big data nutrizionali e scientifici in tempo reale, ottimizzare i processi produttivi e ridurre gli sprechi, prevedere la domanda di mercato e migliorare la gestione della supply chain. In questo scenario, le aziende italiane di integratori alimentari stanno investendo in AI e digitalizzazione per restare competitive in un contesto sempre più orientato al benessere personalizzato, alla sostenibilità e alla trasparenza. È fondamentale, tuttavia, che questo progresso sia accompagnato da un approccio etico, responsabile e regolamentato. L’uso dei dati, l’accuratezza delle raccomandazioni e la tutela del consumatore devono restare al centro”.

 

 

 

 

L’IMPATTO DELL’AI PER LA SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA DEGLI INTEGRATORI

Nel processo di produzione, l’AI può rivelarsi uno strumento prezioso per monitorare continuamente i dati al fine di identificare inefficienze, prevenire guasti delle macchine e ottimizzare i consumi energetici, riducendo costi e sprechi di risorse.

Su questo tema, Alberto Cremilli, Life Science Segment Manager di Schneider Electric: “Nel settore degli integratori alimentari, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’analisi dei dati, orientando le attività operative verso una produzione più efficiente. Il focus è sugli asset che incidono maggiormente sui costi operativi, come la gestione dei compressori e delle utilities, elementi critici nei processi produttivi. L’applicazione dell’AI alle utilities, ad esempio, consente una riduzione degli Opex grazie a un uso più razionale di risorse come acqua e agenti chimici impiegati nei trattamenti, con un’ottimizzazione dei consumi che può arrivare fino al 10%. Inoltre, l’AI permette di modulare il carico produttivo in funzione della domanda, migliorando la pianificazione e incrementando la produttività complessiva”.

 

AI e matrici naturali: una rivoluzione nella ricerca

Per Jacopo Lucci, CSO, Bios-Therapy, Physiological Systems for Health SpA, l’AI sta rivoluzionando il modo in cui vengono studiate le matrici naturali, ossia i complessi di sostanze bioattive che costituiscono la base degli integratori naturali. A differenza dei nutraceutici, intesi come integratori costituiti da sostanze purificate, che agiscono in modo mirato su un singolo bersaglio, le matrici naturali esercitano un’azione diffusa e sistemica, coinvolgendo più funzioni fisiologiche contemporaneamente. “La diagnostica in vitro multiomica – ha raccontato Lucci – consente di raccogliere grandi quantità di dati sul funzionamento dell’organismo, fornendo una fotografia completa delle risposte fisiologiche. L’intelligenza artificiale diventa lo strumento chiave per interpretare questi dati, individuando correlazioni e schemi che non sarebbero riconoscibili a livello umano. Questo permette di analizzare in modo oggettivo come le matrici naturali influenzino i sistemi fisiologici e di quantificarne gli effetti. L’applicazione dell’AI e della diagnostica multiomica alla ricerca sulle matrici naturali apre una nuova fase per l’industria degli integratori. È oggi possibile comprendere e misurare i meccanismi d’azione delle sostanze costituenti le matrici naturali, valutandone gli effetti non in modo isolato ma come parte di un sistema dinamico e interconnesso. Questo approccio porta verso una integrazione alimentare più precisa, trasparente e sostenibile, in grado di coniugare innovazione scientifica, efficacia fisiologica e rispetto per l’ambiente”.

Integratori con botanicals preziosi per il nostro organismo

Si tratta di una tipologia di integratori che riscuote sempre più consenso tra i consumatori italiani.

Sistema gastrointestinale, respiratorio e cardiovascolare sono i campi di applicazione dove vengono maggiormente utilizzati, come emerge dagli ultimi dati economici New Line.

Tra gli ingredienti presenti in natura più utilizzati per la produzione dei botanicals troviamo il miele, seguito da finocchio, senna, eucalipto e flavonoidi.

La Dott.ssa Franca Marangoni, Responsabile ricerca NFI (Nutrition Foundation of Italy), mette in luce le ultime evidenze scientifiche sulle proprietà dei principi di origine vegetale utili per le funzioni fisiologiche del nostro organismo: dal controllo dell’infiammazione al sostegno per la memoria e l’umore.

 

Oggi, in Italia, gli integratori a base di botanicals costituiscono una importante fetta del mercato rappresentando in valore il 12,3% dell’intero settore. Regolamentati dal Decreto Ministeriale 2018, sono sostanze e preparati vegetali derivati da piante, alghe, funghi o licheni, disponibili sotto forma di integratori alimentari, cioè in forma predosata. Secondo un’elaborazione di Integratori & Salute su dati New Line, nell’ultimo anno il fatturato degli integratori a base di botanicals (riferito al periodo agosto 2024-luglio 2025) ha toccato nel nostro Paese i 566 milioni di euro, con una crescita in valore del +2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In questo arco di tempo i volumi hanno toccato quota 34,7 milioni di confezioni vendute, mostrando una sostanziale stabilità.[1]

 

I CAMPI DI APPLICAZIONE PIÙ DIFFUSI: IN TESTA GLI INTEGRATORI PER IL SISTEMA GASTROINTESTINALE

Le categorie di integratori a base di botanicals a maggiore diffusione riguardano il sistema gastrointestinale, al primo posto e in crescita in valore nell’ultimo anno del +4,4%, un segmento che rappresenta oltre il 15% dell’intera tipologia. A seguire i botanicals utilizzati per il sistema respiratorio, che si classificano al secondo posto, in leggero calo (-1,8%), e quelli per il sistema cardiovascolare che mostrano ottime performance evidenziando un aumento del +12,4%.[2]

Tra gli ingredienti, presenti in natura, maggiormente utilizzati per produrre botanicals al primo posto troviamo il miele, seguito da finocchio, senna, eucalipto e bioflavonoidi.

 

LA RICERCA NUTRIZIONALE E L’ATTENZIONE NEI CONFRONTI DEI COMPONENTI MINORI DELLE PIANTE

Oggi il mondo della ricerca scientifica nutrizionale punta i riflettori sui componenti bioattivi delle piante, riconoscendoli come preziosi alleati per la salute. Sono ormai numerosi i fitocomposti dei quali sono stati dimostrati sia effetti antibatterici, antivirali, antimicotici, immunomodulatori ma anche antiossidanti, antinfiammatori, neuroprotettivi. Dalle evidenze sul benessere in età avanzata fino al supporto per la performance fisica, i botanicals si confermano un’area di studio cruciale, con un impatto significativo anche sul settore degli integratori alimentari, un mercato in continua evoluzione che risponde a questa attenzione crescente.

  

I POLIFENOLI AIUTANO A CONTROLLARE L’INFIAMMAZIONE CRONICA NELLE PERSONE IN SOVRAPPESO

L’invecchiamento non si misura solo in termini di longevità, ma anche in qualità della vita: contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica è essenziale per prevenire patologie metaboliche e cardiovascolari.

“I polifenoli, presenti in frutta, verdura, tè e legumi, ma anche in altri vegetali, si sono dimostrati in grado di intervenire su diversi segni distintivi dell’invecchiamento, tra cui lo stress ossidativo e l’infiammazione.” – afferma la Dott.ssa Franca Marangoni, responsabile ricerca NFI (Nutrition Foundation Italy). “L’analisi della letteratura scientifica mostra che la supplementazione per un periodo prolungato con alte concentrazioni di questi composti, sotto forma di integratori o bevande arricchite, riduce i livelli di specifici marker di infiammazione cronica anche in soggetti con sovrappeso od obesità (Mao et al., 2024). È un campo di ricerca in continua evoluzione, dove la comprensione dettagliata dei meccanismi d’azione è fondamentale per sviluppare strategie nutrizionali mirate a promuovere una longevità più sana e attiva”.

 

DALLE PIANTE UN VALIDO SUPPORTO ANCHE PER LA MEMORIA E IL TONO DELL’UMORE

Alcuni principi attivi delle piante offrono effetti promettenti sulla funzione cognitiva e sul benessere emotivo, elementi chiave in una vita sana e attiva. Teanina e curcumina, presenti nel tè e nella curcuma, o anche nelle più recenti formulazioni di integratori alimentari, mostrano importanti benefici sulla memoria e sull’umore.

“Oggetto di recenti pubblicazioni, prosegue la Dott.ssa Marangoni, sono le potenzialità della teanina, un aminoacido non proteico contenuto nelle foglie di tè, alla quale, sulla base della metanalisi di studi di intervento, è stato attribuito un effetto modesto ma significativo sulle funzioni cognitive e, in associazione con la caffeina, anche sul tono dell’umore (Payne et al., 2025). Anche per la curcumina, il principale polifenolo della Curcuma longa (da impiegare secondo le più recenti indicazioni del Ministero della Salute), da studi preliminari sono emerse proprietà interessanti, soprattutto a livello della memoria verbale e visiva (Lehoczki et al., 2025 Yu et al., 2025)”.

 

IL COLLEGAMENTO INTESTINO-CERVELLO ALLA BASE DELLA RELAZIONE TRA FITOCOMPOSTI E BENESSERE

L’asse tra intestino e cervello rappresenta un meccanismo emergente che può spiegare come i fitocomposti, e in particolare i polifenoli, possano influenzare il benessere generale. Anche in questo caso, integratori specifici possono essere utili in contesti selezionati, ad esempio per supportare l’equilibrio della flora intestinale in persone con alterazioni o carenze.

“Una linea di ricerca particolarmente interessante, conclude la Dott.ssa Marangoni, è quella che individua nella modulazione del microbiota intestinale il passaggio-chiave alla base dell’effetto dei polifenoli a livello cerebrale (Torres-Fuentes et al., 2025). L’azione antiossidante e antinfiammatoria dei polifenoli sarebbe almeno in parte attribuibile alla loro capacità di indurre una modificazione in senso favorevole della composizione della flora batterica intestinale, con una riduzione di specifici ceppi, con potenziali benefici per la salute metabolica e cognitiva (Mao et al., 2024).”

[1] New Line, 2025, mercato degli integratori e botanicals. Totale Italia: farmacia, parafarmacia e online. Mat agosto 2024 – luglio 2025

[2] New Line, 2025, mercato degli integratori e botanicals. Totale Italia: farmacia, parafarmacia e online. Mat agosto 2024 – luglio 2025

La “carta d’identità” delle aziende di integratori alimentari associate a Integratori & Salute

Una survey realizzata da Integratori & Salute, con il supporto tecnico e metodologico di PwC Italia, rivela esigenze, percezione e prospettive delle aziende di integratori alimentari aderenti all’Associazione.

 

Dall’indagine di Integratori & Salute “La voce delle aziende: un’indagine delle loro prospettive ed esigenze”, alla quale hanno risposto 50 imprese di diverse dimensioni e ambiti di business, emerge, in primis, che la quasi totalità delle aziende del panel opera in Italia, principale mercato di riferimento. A seguire troviamo il resto dell’Europa (44%), l’Asia (28%), l’America (16%), l’Africa (10%) e l’Oceania (8%).

Le aziende di integratori intervistate sono soprattutto nazionali (60%), di dimensioni medio-grandi, mentre il 24% sono a capitale estero e il 16% sono multinazionali a capitale italiano.

Per circa l’80% delle aziende il modello di business prevalente è volto alla commercializzazione di integratori, mentre nella produzione domina quella per conto terzi. I clienti più rilevanti delle aziende di integratori sono i grossisti, seguiti dai distributori.

La popolazione aziendale è costituita principalmente da impiegati e operai, mentre quadri e dirigenti rappresentano mediamente il 20%.  La maggior parte delle aziende, pur non avendo la certificazione di parità di genere, considerano questo traguardo come uno degli impegni prioritari per i prossimi anni. Allo stesso tempo, le imprese del settore integratori oggetto della survey supportano smartworking (72%), programmi di formazione continua (72%) e flessibilità oraria (64%).

 

 

FARMACIA PRIMO CANALE DI VENDITA, VITAMINE E SALI MINERALI I PRODOTTI PREVALENTI

I primari canali di vendita sono le farmacie e parafarmacie e il B2B, seguiti da E-Commerce e Corner GDO.

Tra gli integratori proposti dalle aziende troviamo al primo posto vitamine e sali minerali (82%) seguiti da probiotici (80%), integratori per la funzione immunitaria (80%) e per la regolarità intestinale (76%).

 

UN SETTORE DALLA FORTE IMPRONTA INNOVATIVA  

L’86% delle aziende intervistate possiede un’unità di R&D che si occupa di tematiche regolatorie nell’ambito degli integratori alimentari. Tra le aziende del campione, le nazionali e le multinazionali a capitale italiano sono quelle che investono maggiormente in R&D.

Inoltre, secondo i dati dello studio, 8 aziende su 10 hanno collaborazioni di ricerca attive, principalmente con università o istituti di ricerca accademici.

Per il futuro, emerge dalla survey, gli investimenti saranno sempre più orientati a individuare nuove formulazioni di integratori alimentari (84%), alla digitalizzazione dei processi aziendali (68%), alla formazione e allo sviluppo del personale (62%) e all’espansione della distribuzione (48%).

 

“Oggi, grazie alla forte impronta innovativa del comparto siamo impegnati a ricercare e a progettare gli integratori di domani, che dovranno rappresentare un sostegno sempre più mirato e strategico per il benessere delle persone”, afferma Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute. “Un utilizzo degli integratori nei prossimi anni come strumento di prevenzione primaria può infatti costituire un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali. In generale, il futuro del nostro settore dipenderà anche dalla capacità delle imprese di integratori di innalzare il livello qualitativo dei propri prodotti e di partecipare attivamente al dibattito regolatorio. Le imprese devono continuare ad avere il coraggio di investire in ricerca e collaborare con il mondo scientifico per dimostrare l’efficacia dei nutrienti, anche adottando modalità di valutazione innovative.”

 

PRIORITÀ STRATEGICHE, SFIDE E PREOCCUPAZIONI DELLE AZIENDE

L’ampliamento del portafoglio prodotti (80%) è la priorità strategica assoluta per le aziende oggetto della survey, seguito da sostenibilità economica del business (58%), export (40%), e crescita per acquisizioni (26%).

Le sfide più rilevanti che le aziende sentono di dover affrontare riguardano le modifiche regolatorie in ambito di normativa europea (86%) alle quali le aziende stanno cercando di adeguarsi il più rapidamente possibile, i costi e la disponibilità delle materie prime (84%), la concorrenza nel settore (68%), il contesto geopolitico (68%) e la sostenibilità (58%).

Allo stesso tempo ci sono alcuni temi percepiti come preoccupanti dalle imprese di Integratori & Salute intervistate. Tra questi, solo per citarne alcuni, lassenza di armonizzazione a livello EU ed extra-EU rispetto ad argomenti come materie prime, gestione dei contaminanti, claim di prodotto e sanzioni. Proseguendo con le restrizioni applicate all’uso delle preparazioni botaniche negli integratori e, infine, il sempre maggior ricorso all’autocura da parte dei pazienti.

 

“Lo sguardo del settore, sempre orientato al futuro, sembra essere in netto contrasto con la situazione normativa a livello europeo”, prosegue Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute. “Purtroppo, accade continuamente che diversi nutrienti vengano messi in discussione da parte della Commissione Europea in maniera scollegata dalla realtà scientifica. È auspicabile, pertanto, un’armonizzazione delle regole sugli integratori a questo livello, perché oggi ci troviamo di fronte a una regolamentazione frammentata che penalizza l’innovazione nel nostro Paese. Anche i processi di registrazione di nuovi nutrienti, come i ‘novel food’, vengono gestiti con metodologie ormai superate rispetto alle attuali conoscenze; una loro semplificazione comporterebbe enormi benefici sia per il settore che per i cittadini.”

 

L’IMPORTANZA DATA DALLE AZIENDE ALLE AZIONI ETICHE E A QUELLE IN AMBITO ESG

Infine, dall’indagine emerge che circa l’80% delle aziende del panel vanta procedure specifiche per gestire questioni etiche e si è dotato di un proprio codice etico di riferimento. Per quanto riguarda l’ambito ESG, le principali azioni sono legate al welfare (52%), a programmi di sicurezza e salute per i dipendenti (52%), e a interventi sul packaging (52%), seguite dalla promozione della parità di genere sul posto di lavoro (44%).

Il mercato degli integratori alimentari vale in Italia 4.091 milioni di euro oltre 51 mila lavoratori impiegati nel settore, la metà sono donne

  • È di 626 milioni di euro il contributo stimato del comparto degli integratori alimentari al PIL nazionale
  • Risulta pari a 781 milioni di euro il valore aggiunto diretto generato dalle aziende italiane di integratori associate a Integratori & Salute, parte di Unione Italiana Food
  • L’occupazione femminile totale che il settore contribuisce a sostenere è del 50%, contro una media nazionale del 42%, mentre quella laureata è del 34%, rispetto ad una media nazionale del 24%
  • È di 1,13 euro il PIL generato per 1 euro speso nell’acquisto di integratori da parte del consumatore finale dei

 

Milano, 1° luglio 2025. Un settore fiore all’occhiello del made in Italy alimentare capace di incidere sull’economia nazionale e in grado di farsi sostenitore dell’occupazione, in particolare quella femminile e laureata. Integratori & Salute, l’associazione di riferimento per il settore degli integratori alimentari in Italia e parte di Unione Italiana Food, con il supporto tecnico e metodologico di PwC Italia, ha dato vita ad un’inedita analisi sugli impatti socio economici che il settore degli integratori alimentari ha contribuito a generare per il sistema Paese nell’anno 2023, realizzata sulla base dell’elaborazione dei dati di bilancio delle oltre 15.000 società di capitali italiane attive nei canali farmacia, parafarmacia e GDO e di quelli delle aziende italiane associate ad UIF che producono e/o distribuiscono integratori in Italia e all’estero.

 

I NUMERI CHE TESTIMONIANO IL RUOLO DEGLI INTEGRATORI PER IL “SISTEMA ITALIA”

I dati dell’analisi fotografano un settore in salute da un punto di vista economico, sociale ed occupazionale. A partire dalle vendite in valore che, nel 2023, nei tre canali analizzati, si sono attestate a 4.091 milioni di euro (IVA esclusa).

A fronte di questo, si stima che il settore degli integratori alimentari abbia contribuito a generare 4.626 milioni di euro di PIL, di cui 4.072 milioni di euro di valore aggiunto e 554 milioni di euro di IVA. Un risultato su cui hanno inciso le filiere di approvvigionamento e l’economia generata dal consumo di reddito da lavoro distribuito dal settore.

In particolare, a livello diretto, le farmacie, le parafarmacie e la GDO hanno generato 911 milioni di euro di valore aggiunto, realizzato tramite le vendite di integratori la cui domanda interna è stata prevalentemente soddisfatta dalle aziende associate a Integratori & Salute, le cui business unit di produzione o vendita hanno registrato 2.754 milioni di euro di fatturato in integratori (incluso l’export) e 781 milioni di euro di valore aggiunto.

Infine, da un punto di vista fiscale, Il settore degli integratori, nel suo complesso, ha generato nel 2023 un gettito annuo pari a 1.099 milioni di euro.

 

“Il settore degli integratori evidenzia dinamiche positive nel fatturato, nella produzione, nell’occupazione e negli investimenti”, afferma Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute. “È un mercato solido e maturo dove il consumatore mostra sempre più fiducia verso l’utilizzo di questi prodotti, li prende con frequenza e anche con metodo perché è convinto che attraverso il consumo possa mantenere con maggior facilità il proprio stato di salute. In generale farmacia e parafarmacia rimangono i punti di riferimento privilegiati per l’acquisto di integratori alimentari, a dimostrazione di un consumo consapevole, guidato dai professionisti della salute: più dell’80% dei prodotti sono acquistati in questi canali.”

UN COMPARTO CHE SOSTIENE L’OCCUPAZIONE, SOPRATTUTTO QUELLA AL FEMMINILE

L’analisi dei comparti della filiera attivati a livello diretto, indiretto e indotto dall’industria degli integratori alimentari, ha permesso di accendere i riflettori sulla tipologia di occupazione sostenuta in termini di genere della forza lavoro.

In particolare, dall’analisi realizzata da Integratori & Salute, con il supporto tecnico e metodologico di PwC Italia, è emerso che dei 51.719 occupati (ULA[1]), tra lavoratori diretti, indiretti e indotti, impiegati in Italia nel settore degli integratori, si stima il coinvolgimento di 25.805 donne che rappresentano ben il 50% dell’intera forza lavoro, a fronte di una media nazionale del 42%.

Scendendo nel dettaglio, l’analisi evidenzia la presenza del 77% di occupazione femminile (pari a 8.696 ULA) nelle farmacie, parafarmacie e imprese della GDO responsabili della vendita retail degli integratori. Allo stesso tempo si è riscontrato il 53% di occupazione femminile (pari a 3.000 ULA) nel settore della produzione e distribuzione intermedia degli integratori. Infine, nell’ambito delle aree riguardanti ulteriori fornitori della filiera e operatori coinvolti, le donne impiegate sono il 41% della forza lavoro (pari a 14.109 ULA).

 

LA CAPACITÀ DEL SETTORE DI GENERARE RICCHEZZA

Rapportando queste grandezze è possibile comprendere la capacità di questo settore di generate ricchezza e lavoro. Per 1 milione di euro di valore del mercato retail nazionale degli integratori, in media si generano 1,13 milioni di euro di PIL, si contribuisce per 0,27 milioni di euro al gettito fiscale e si sostengono 12,7 lavoratori equivalenti per un anno.

[1] Unità lavorative annue, ovvero lavoratori equivalenti a tempo pieno diretti, indiretti e indotti sostenuti dal settore

Il caldo è alle porte: vitamine e sali minerali per contrastare stanchezza e spossatezza sono tra gli integratori più utilizzati in Italia

L’estate porta con sé sfide per il benessere fisico e mentale a causa delle alte temperature e della sudorazione.

In questo contesto, l’utilizzo di integratori alimentari, in particolare sali minerali e vitamine, rappresenta un valido supporto per il nostro organismo.

Uno scenario confermato dai dati rilevati da New Line per Integratori & Salute, che mostrano performances positive di queste tipologie di integratori, soprattutto durante il periodo estivo.

I suggerimenti per affrontare al meglio la bella stagione.

 

15 Maggio 2025 – Durante l’estate è frequente avvertire un senso di spossatezza che può tradursi in affaticamento fisico e mentale. Le temperature elevate e l’eccessiva sudorazione mettono, infatti, a dura prova l’organismo, favorendo la perdita di sali minerali e l’alterazione dell’equilibrio idrosalino. In questo contesto, oltre a una corretta idratazione e a un’alimentazione equilibrata, un valido aiuto può arrivare dall’uso appropriato di integratori alimentari, in particolare di quelli a base di vitamine e sali minerali.

Questo bisogno di supporto si riflette anche nelle scelte dei consumatori italiani: nel 2024, secondo un’elaborazione di Integratori & Salute – l’associazione che rappresenta il settore degli integratori alimentari in Italia ed è parte di Unione Italiana Food – su dati New Line relativi al canale Farmacia, i sali minerali e le vitamine conquistano il secondo e il terzo posto tra le categorie di integratori più utilizzati in Italia, subito dopo i probiotici.

In particolare, le vendite di integratori a base di sali minerali nel 2024 hanno registrato un valore di 265,9 milioni di euro (+6,7%) pari a 14,9 milioni di confezioni vendute (+3,4%), mentre le vendite di vitamine hanno toccato quota 202,9 milioni di euro in valore (+4,2%) e 12,6 milioni di confezioni vendute, stabile rispetto all’anno precedente.[1]

 

ESTATE: QUALI STRATEGIE ADOTTARE PER MANTENERE UNO STATO DI BENESSERE

Con l’arrivo della bella stagione e l’aumento delle temperature, sentirsi stanchi o spossati è del tutto normale. Oltre a questo, il caldo ha effetti sulla circolazione: le alte temperature determinano una dilatazione dei vasi sanguigni, che si traduce in gonfiore a piedi, gambe e caviglie. Allo stesso tempo, in estate si tende a fare meno sport, limitando l’effetto benefico del movimento dei muscoli sul drenaggio svolto dal sistema linfatico.

Ma quali sono le strategie per mantenere il benessere fisico in estate? La sensazione di stanchezza o spossatezza, che si avverte soprattutto durante il cambio di stagione, può dipendere da molteplici fattori, anche soggettivi”, commenta la dott.ssa Franca Marangoni, Responsabile Ricerca NFI (Nutrition Foundation of Italy). “Per contrastare questo stato, è fondamentale adottare strategie mirate, come migliorare la qualità del riposo e seguire un’alimentazione equilibrata che fornisca tutti i micronutrienti necessari per ridurre stanchezza e affaticamento. In particolare, le vitamine del gruppo B – come la vitamina B2, la vitamina B3, la vitamina B6, folati e vitamina B12 – insieme alla vitamina C e al magnesio, svolgono un ruolo importante nel sostenere la normale funzione psicologica e, insieme al ferro, nel mantenimento del metabolismo energetico. In caso di carenze, un’integrazione mirata – sempre sotto il parere e la supervisione del medico – può risultare un valido supporto per ripristinare i livelli ottimali e migliorare il benessere generale”.

  

DISIDRATAZIONE NEI MESI PIU’ CALDI: IL RUOLO DEI SALI MINERALI (IN PARTICOLARE PER GLI ANZIANI)

In estate, durante le giornate più calde, mantenere una corretta idratazione è fondamentale, poiché l’aumento della sudorazione comporta una maggiore perdita di liquidi ed elettroliti. In questi casi, bere acqua può non essere sufficiente. Il rischio di disidratazione è particolarmente elevato negli anziani, che possono avvertire meno lo stimolo della sete, o per chi pratica sport all’aperto. In un’ottica di prevenzione – accanto a semplici accorgimenti, come evitare l’esposizione nelle ore più calde, portare sempre con sé dell’acqua, consumare pasti leggeri e prediligere frutta e verdura – può rivelarsi utile, dietro consiglio del proprio medico, anche il ricorso a una corretta integrazione di magnesio e potassio.

“Se in estate, ad esempio, l’attività fisica è protratta nel tempo – prosegue la Dott.ssa Franca Marangoni – il reintegro idrico e salino diventa fondamentale. Nella letteratura scientifica, diverse ricerche associano l’impegno in attività faticose in ambienti caldi a perdite più o meno significative, attraverso il sudore, di specifici micronutrienti, come sodio, iodio, ferro, zinco e potassio. Una revisione sistematica[2] , che ha esaminato vari studi sul ruolo dei livelli di magnesio in relazione a diverse tipologie di attività fisica, ha evidenziato come la carenza di questo minerale durante l’esercizio intenso possa aumentare il rischio di affaticamento e indolenzimento muscolare, mentre il mantenimento dei livelli adeguati possa esercitare effetti positivi sulla riduzione della sensazione di indolenzimento muscolare, migliorando i tempi di recupero.”

 

BOOM IN ESTATE PER GLI INTEGRATORI DI MAGNESIO E POTASSIO E PER LE VITAMINE DEL GRUPPO B

Non sorprende, quindi, che secondo i dati rilevati da New Line relativi nel periodo luglio – settembre 2024, si registri un picco nelle vendite di integratori a base di magnesio e potassio, che raggiungono i 3,1 milioni di confezioni vendute (+0,4%), pari alla metà della vendita annuale del 2024 (6,1 milioni di confezioni). Seguono gli integratori a base di ferro, con 1 milione di confezioni vendute (+5,8%) e, stesso dato per gli integratori di magnesio con 1 milione di confezioni vendute, che mostrano un’ottima performance rispetto all’anno precedente, con incremento del +15,5%.

Anche gli integratori di vitamine mostrano un andamento positivo, con quelle del gruppo B che guidano la categoria anche nei mesi estivi con 1,1 milioni di confezioni vendute (+4%). In seconda posizione troviamo gli integratori a base di vitamina D, con 700 mila confezioni vendute (+3,7%) e, infine, la vitamina C con 500 mila confezioni vendute (+12,5%)

 

SOSTENERE LA SALUTE DELLA PELLE: IL CONTRIBUTO DELLE VITAMINE CONTRO LO STRESS DA ESPOSIZIONE SOLARE

Durante l’estate, è importante prestare attenzione anche alla salute della pelle, che risente dell’aumentata esposizione ai raggi solari. Un apporto nutrizionale ottimale e un’adeguata integrazione a base di vitamine possono rappresentare un valido complemento alle strategie tradizionali di fotoprotezione, come evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata o utilizzare schermi solari topici.

“Alcuni micronutrienti – conclude la dott.ssa Franca Marangoni – svolgono un ruolo chiave nel mantenimento della salute cutanea, come la vitamina B2, la vitamina B3, la vitamina A (necessaria per l’integrità delle cellule epiteliali) e lo zinco. La vitamina C, oltre a proteggere le cellule dallo stress ossidativo, stimola la sintesi di collagene, mentre l’associazione orale di vitamina C ed E è stata proposta per ridurre l’eritema indotto da raggi UV[3] . Anche la vitamina D, sebbene la sintesi endogena estiva sia spesso sufficiente, è stata associata a potenziali benefici in termini di fotoprotezione grazie alla sua capacità di modulare la risposta immunitaria”.[4]

[1] Dati New Line 2024, vendite in volume e valore, canale Farmacia.

[2] Tarsitano et al,. 2024

[3] Hartmann & Valenzuela, 2024

[4] Thompson & Kim, 2021

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