Benessere e salute delle persone: il settore degli integratori si proietta nel futuro

Oltre 50 imprenditori e top manager del settore degli integratori alimentari si sono riuniti ieri a Milano, presso la sede di PwC Italia – Milano City Life, per disegnare il futuro del comparto, che rappresenta un’eccellenza del made in Italy e un asset strategico per il sistema Paese.

L’evento, dal titolo “Il settore degli integratori: rimodellare il futuro” è stato promosso da Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food. 

Ad aprire i lavori del convegno, è stato Germano Scarpa, Presidente dell’associazione “Integratori & Salute”. Per discutere sul futuro del comparto, sono intervenuti: Alec Ross, Distinguished Adjunct Professor Business School dell’Alma Mater di Bologna, ex consigliere di Obama e autore del volume edito da Feltrinelli “I furiosi anni venti”; Andrea Fortuna, Advisory Partner – Health, Pharma & Life Sciences – PwC Italia; Antonino Santoro, Presidente European Federation of Associations of Health Products Manufacturers (EHPM).

INTEGRATORI ALIMENTARI: UN SETTORE CHE CRESCE NEL MONDO E IN ITALIA 

Nel 2021 il mercato globale degli integratori si è attestato a 150 miliardi di euro, con una crescita annua del 4,7% nell’ultimo triennio, e un’importante spinta verso il futuro: l’innovazione di prodotto (con il 64%) è la principale strategia di crescita adottata dai players del settore

In Italia il settore è cresciuto negli ultimi 10 anni ad un tasso annuo medio (CAGR) del 9.5%, un ritmo decisamente più sostenuto rispetto alla performance globale.

“I trend in atto stanno rivoluzionando il settore della salute, con accelerazioni dovute alla pandemia e all’instabilità geopolitica” – ha evidenziato Andrea Fortuna. “L’Italia oggi è leader di mercato in Europa nel settore degli integratori con il 26% del market share, seguita da Germania (19%) e Francia (15%) e si colloca all’ottavo posto come esportatore a livello globale”.

INTEGRATORI, PREZIOSO STRUMENTO PER LA SOSTENIBILITÀ DEI SISTEMI SANITARI 

Gli integratori, oltre a rappresentare un “valore” per la popolazione, sono un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali. Un’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe stima in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero Omega3 regolarmente. Allo stesso tempo se la popolazione a rischio assumesse giornalmente Calcio e Vitamina D si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi ed avere così un potenziale risparmio per il SSN di 0,7 miliardi di euro

“La recente Pandemia ha messo in evidenza l’importanza del mantenimento del benessere e della salute per le persone ed in questo nuovo scenario gli integratori rivestono oggi un ruolo ancora più importante, che è destinato a crescere. Il futuro degli integratori alimentari sarà sempre più anche nella prevenzione. Gli integratori sono già oggi un prezioso strumento per la sostenibilità dei sistemi sanitari e un utilizzo corretto di integratori come strumenti di prevenzione primaria potrebbe certamente generare risparmi rilevanti per il sistema sanitario nazionale”, ha confermato il Presidente Germano Scarpa.

DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ GUIDANO LE SCELTE DI INVESTIMENTO

Guardando al futuro del settore, tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguita dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), l’internet of things (20%), gli strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%) e i sistemi di visualizzazione, realtà virtuale ed aumentata (1%).

“Le imprese si trovano davanti due grandi sfide: da una parte il nuovo ordine geopolitico, sempre più complesso e volatile, dove la logica binaria è sempre più tra sistemi aperti e sistemi chiusi; dall’ altra il cambiamento tecnologico e la centralità dei dati come vera materia prima della nostra epoca. Nel 2018 i device connessi erano stimati in 23 miliardi, oggi sono 50 miliardi e diventeranno 75 miliardi nel 2025. Impressionante risulta la curva di crescita degli investimenti corporate in Intelligenza Artificiale, passati in 5 anni dai 20 miliardi di dollari del 2016 ai 170 miliardi del 2021”, ha commentato Alec Ross.

Integratori & Salute e Unione Nazionale Consumatori unite per promuovere la corretta informazione

Integratori & Salute e Unione Nazionale Consumatori (UNC) rinnovano il loro impegno nel promuovere una corretta informazione sul tema degli integratori alimentari attraverso un nuovo formato: la voce della corretta informazione arriva in formato podcast su alcune delle migliori piattaforme online. Guidati dalle parole di alcuni dei maggiori esperti che collaborano con Integratori & Salute, i consumatori hanno la possibilità di intraprendere un viaggio per evitare di cadere vittima delle più diffuse fake news, attraverso quattro episodi inseriti nella rubrica “Nessun problema food” di UNC disponibili su Spotify e Spreaker.

Ad aprire questo percorso all’insegna della corretta informazione è il Professor Giovanni Scapagnini, Ordinario di Nutrizione Clinica del Dipartimento di Medicina e Scienze per la Salute presso l’Università degli Studi del Molise, il quale chiarisce fin dal primo podcast cosa sono e a cosa servono gli integratori alimentari[1]. Il viaggio continua con il Professor Andrea Poli, Presidente NFI (Nutrition Foundation of Italy). Attraverso alcune semplici domande, il Prof. Poli mette in luce alcune notizie false che vedono protagonisti gli integratori alimentari e offre al consumatore suggerimenti concreti per potersi districare tra le varie informazioni presenti online[2].

L’appuntamento continua con altri due episodi. Il primo relativo alla normativa e alle buone pratiche che garantiscono la qualità e la sicurezza degli integratori alimentari in Italia[3]; il secondo dedicato ai termini che più spesso ricorrono quando di parla di microbioma. Insieme al Professor Fabio Pace, direttore della Unità operativa complessa di Gastroenterologia dell’Ospedale “Bolognini” di Seriate (BG), infatti, i consumatori scoprono la differenza tra due parole simili tra loro, eppure dal significato così diverso: probiotici e prebiotici[4].

Gli episodi che hanno riscosso maggior interesse sono stati i primi due (“Cosa sono gli integratori alimentari?” e “Le fake news sugli integratori alimentari”), segno di una generale poco conoscenza sul tema e della volontà degli utenti di scoprire sempre di più questo mondo.

Tutti i podcast sono stati divulgati attraverso i canali social e la Newsletter di UNC, che conta oltre 180.000 iscritti, e rimangono sempre disponibili sulle maggiori piattaforme di hosting di podcast.

“È sempre più difficile riuscire a distinguere le fake news tra le numerose informazioni presenti sul web. – Spiega Germano Scarpa, Presidente di Integratori & SalutePer contrastare questo fenomeno è necessario smentire le false notizie e diffondere informazioni corrette. È proprio per questo che, grazie alla collaborazione con UNC, abbiamo dato vita a una campagna che sposa il nostro obiettivo di contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità degli integratori alimentari per favorire scelte più consapevoli da parte del consumatore. La voce della corretta informazione è affidata ad alcuni dei nostri maggiori esperti che, rispondendo in maniera semplice e chiara, offrono ai consumatori gli strumenti necessari per potersi districarsi tra le notizie non sempre corrette che spesso vengono diffuse online sul tema degli integratori”.

 Attraverso il podcast ‘Nessun problema’ rispondiamo ai dubbi più frequenti dei consumatori sui temi di consumo. – Afferma Massimiliano Dona, Presidente di UNCIn questa serie speciale dedicata al food ci concentriamo sugli argomenti che riguardano la corretta alimentazione e la salute, aspetti di grande interesse per chi ci segue ma su cui ancora c’è poca chiarezza. Per questo è fondamentale avvalersi del supporto di esperti che spieghino in modo scientifico a cosa servono gli integratori e quando e come utilizzarli.  Rinnoviamo la collaborazione con Integratori & Salute per sgombrare il campo dalle fake news e i luoghi comuni, parlando ai consumatori con il linguaggio semplice e diretto che ci contraddistingue: questa volta utilizziamo, attraverso i podcast, la nostra voce e quella degli esperti che ci accompagnano in questa campagna”.

[1] https://open.spotify.com/episode/0V7vlNb5AckC6xz5MxUyFT?si=COOpR7DoRhq0W5yC2T2hWw
https://www.spreaker.com/user/consumatori/nessun-problema-food-integratori-alimentari

[2] https://open.spotify.com/episode/0yJ7cFzXSCTQgbSR40S3Ux?si=qDbwm-rySbSaTkA7YXWOyQ
https://www.spreaker.com/user/consumatori/nessun-problema-integratori-alimentari-fake-news

[3] https://open.spotify.com/episode/7rRY4maNazWUCWFo4leDBU
https://www.spreaker.com/user/consumatori/nessun-problema-integratori-alimentari-normativa

[4] https://open.spotify.com/episode/6GGafxZ4Bw6e3xbd39aUfV
https://www.spreaker.com/user/consumatori/nessun-problema-integratori-alimentari-probiotici

Combattere il caldo e la spossatezza. Dall’osservatorio Integratori & Salute, consigli per affrontare le alte temperature

Le tre semplici regole per combattere il caldo estivo:

  • Seguire un’alimentazione sana ed equilibrata ricca di vegetali e frutta
  • Garantire una buona idratazione e un corretto equilibrio idro-salino
  • Quando opportuno, assumere alimenti ricchi di antiossidanti attraverso la dieta, o integratori alimentari utili a contrastare problemi di circolazione

Le alte temperature della stagione estiva possono essere fattori di rischio per la salute di persone di tutte le età. In particolare, il caldo diventa un pericolo se la temperatura esterna supera i 32-35 gradi e si accompagna ad un elevato grado di umidità, che impedisce la regolare sudorazione e influenza negativamente la circolazione delle gambe. Per affrontare il caldo anomalo di questo periodo, l’Osservatorio di Integratori & Salute condivide alcuni consigli dei propri esperti. Alleati fondamentali in questa stagione: alimentazione, idratazione e, all’occorrenza, l’assunzione di integratori alimentari. Quest’ultimi, infatti, in associazione ad un corretto stile di vita, possono essere un importante strumento per coadiuvare il benessere del proprio organismo.

I migliori alleati per combattere il caldo estivo: i sali minerali

Per affrontare le temperature estive, si parte dalla tavola. Sotto la pressione del caldo, soprattutto nelle città, è ancora più importante seguire, infatti, un’alimentazione sana ed equilibrata. Di fondamentale importanza rimane poi garantire una buona idratazione, bevendo almeno 1,5-2 litri al giorno o anche di più se si suda molto, e un corretto equilibrio idro-salino.

I sali minerali, potassio e magnesio in particolare, svolgono un ruolo fondamentale nel nostro organismo come la regolazione della contrattilità muscolare, compresa quella del cuore. Le temperature molto elevate fanno sudare e la sudorazione è un fisiologico meccanismo per ridurre la temperatura corporea. Ma sudando, oltre all’acqua si perdono appunto sali minerali, in particolare proprio potassio e magnesio. Se poi, cosa molto comune specie nei meno giovani, vi sono problemi di ipertensione arteriosa e per tenerla sotto controllo si assumono farmaci diuretici, la perdita di sali minerali può risultare ancora maggiore. Molti malesseri provocati dal caldo sono proprio dovuti al pericoloso mix di disidratazione e ipopotassiemia, in presenza dei quali è consigliabile arricchire la propria alimentazione con potassio e magnesio, mangiando ortaggi e frutta fresca (almeno 500-600 gr al giorno) e, nel caso ciò non fosse possibile, ricorrendo ad integratori salini contenenti potassio e magnesio.

Gli antiossidanti e le piante amiche della circolazione

Ma il caldo influenza anche la circolazione delle gambe, soprattutto delle donne. Sensazione di pesantezza agli arti inferiori, formicolii, gonfiore a piedi e caviglie e capillari in evidenza sono solo alcuni dei sintomi che arrivano con l’aumento della temperatura.

Per diminuire il rischio di incontrare disturbi di circolazione sanguigna, anche in questo caso il suggerimento è di seguire una sana alimentazione e assicurarsi una corretta idratazione, ma anche svolgere regolare attività fisica. Inoltre, è bene evitare indumenti molto stretti, scarpe scomode o con tacchi troppo alti, stare troppo tempo seduti o in piedi.

In particolare, il consiglio è di privilegiare alimenti ricchi di antiossidanti che agiscono sul tono e sull’elasticità dei vasi e dei capillari. A svolgere questa funzione troviamo:

  • Vitamina C come in kiwi, pomodori, limoni, fragole. La loro azione antinfiammatoria protegge i vasi sanguigni;
  • Vitamina A come in carote, pesche, albicocche, peperoni, i quali migliorano la circolazione;
  • Omega 3 come in sgombro e alici che svolgono un’azione preventiva sulla salute delle vene.

Anche la natura ci viene in aiuto. Di seguito una lista di piante amiche della circolazione delle gambe:

  • Centella (Centella Asiatica) migliora l’elasticità e la robustezza della parete vasale alleviando i problemi della circolazione venosa;
  • Ippocastano (Aesculus Hippocastanum) favorisce i fenomeni di vasocostrizione e migliora il tono venoso; è anche un antinfiammatorio e decongestionante, indicato per il trattamento degli stati edematosi;
  • Mirtillo nero(Vaccinium myrtillus) riduce i danni ai capillari artero-venosi, la loro permeabilità e ne aumenta l’elasticità e la robustezza. Inoltre, favorisce il benessere delle cellule endoteliali, cioè lo strato più interno dei vasi sanguigni, ed incrementa il flusso sanguigno nei capillari interessati;
  • Vitis Vinifera(Vite da vino) ha un’azione venoprotettiva, venotonica e protettiva sui capillari. Inoltre, migliora la velocità di scorrimento del flusso del sangue comportando una più forte ossigenazione dei tessuti.

Queste sostanze possono essere anche alla base di integratori, i quali non devono essere considerati come sostituti di una dieta varia ed equilibrata né di uno stile di vita sano ma possono favorire la salute e il benessere dell’organismo in estate. È sempre importante seguire sempre le indicazioni segnalate nella confezione e, in caso di dubbi, chiedere consiglio al proprio medico o al farmacista di fiducia.

ALLEGATO: Decalogo del Ministero della Salute

Infine, ricordiamo le semplici ma importanti abitudini comportamentali e misure di prevenzione promosse dal Ministero della Salute per contribuire a ridurre le conseguenze nocive delle ondate di calore. Si tratta di un decalogo di buone regole per limitare l’esposizione alle alte temperature, facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione, riducendo i rischi soprattutto per le persone più fragili (persone molto anziane, persone con problemi di salute, che assumono farmaci, neonati e bambini molto piccoli).

I consigli del Ministero della Salute per difendersi dal caldo

  1. Non uscire nelle ore più calde (tra le 11.00 e le 18.00)
  2. Migliorare l’ambiente domestico e di lavoro schermando le finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili (persiane, veneziane) che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria. Efficace anche l’impiego dell’aria condizionata e i ventilatori meccanici che tuttavia vanno usati con attenzione. Quando la temperatura interna supera i 32°C, l’uso dei ventilatori è sconsigliato perché non è efficace per combattere gli effetti del caldo.
  3. Bere molti liquidi: soprattutto per gli anziani è necessario bere anche se non si sente lo stimolo della sete. Esistono tuttavia particolari condizioni di salute (come l’epilessia, le malattie del cuore, del rene o del fegato) per le quali l’assunzione eccessiva di liquidi è controindicata. Se si è affetti da qualche malattia o si sta seguendo una cura che limita l’assunzione di liquidi o ne favorisce l’eliminazione, è necessario consultare il medico prima di aumentare l’ingestione di liquidi.
  4. Moderare l’assunzione di bevande contenenti caffeina, evitare bevande alcoliche
  5. Fare pasti leggeri: la digestione è per il nostro organismo un vero e proprio lavoro che aumenta la produzione di calore nel corpo.
  6. Vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali (evitare le fibre sintetiche). All’aperto è utile indossare cappelli leggeri e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto. Proteggere anche gli occhi con occhiali da sole con filtri UV. Particolare attenzione ai bambini.
  7. In auto, ricordarsi di ventilare l’abitacolo prima di iniziare un viaggio, anche se la vettura è dotata di un impianto di ventilazione. In questo caso, regolare la temperatura su valori di circa 5 gradi inferiori alla temperatura esterna evitando di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri. Se ci si deve mettere in viaggio, evitare le ore più calde della giornata (specie se l’auto non è climatizzata) e tenere sempre in macchia una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in macchina, neanche per brevi periodi.
  8. Evitare l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. In ogni caso, se si fa attività fisica, bisogna bere molti liquidi. Per gli sportivi può essere necessario compensare la perdita di elettroliti con gli integratori.
  9. Offrire assistenza a persone a maggiore rischio (come gli anziani che vivono da soli, i lattanti etc.) e segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento. Negli anziani un campanello di allarme è la riduzione di alcune attività quotidiane (spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno, lavarsi) che può indicare un peggioramento dello stato di salute. Controlla la temperatura corporea dei lattanti e bambini piccoli, abbassandola con una doccia tiepida e quando possibile aprire il pannolino
  10. Dare molta acqua fresca agli animali domestici e lasciarli in una zona ombreggiata.

Vitamina D e Omega 3 alleati contro le malattie autoimmuni: l’importanza dell’integrazione alimentare

La vitamina D3 e gli acidi grassi omega-3 a lunga catena giocano un ruolo importante nella modulazione del sistema immunitario. A confermarlo è un lavoro scientifico presentato all’ultimo congresso annuale dell’American College of Rheumatology e recentemente pubblicato sul British Medical Journal. Lo studio ricorda come l’integrazione dietetica con Vitamina D3 e Omega-3 possa ottenere risultati di grande interesse clinico e pratico, gettando nuova luce sul ruolo di questi composti nel contrastare il rischio di sviluppare patologie autoimmuni.

VITAMINA D E OMEGA-3 ALLEATI DEL SISTEMA IMMUNITARIO

Lo studio si basa su solidi presupposti teorici che riconoscono la vitamina D e gli omega-3 come potenti alleati del sistema immunitario. Questo loro importante ruolo è stato anche indagato in una recente review a firma di Andrea Poli, Presidente di NFI – Nutrition Foundation of Italy, dal titolo “Stile di vita, alimentazione e integrazione nell’epoca del Covid-19. Lo stato dell’arte”, pubblicata sul sito Integratori e Benessere di Integratori Italia.

“Innanzitutto – spiega Andrea Poligli omega-3 hanno funzioni ormai ben note nella risoluzione di processi infiammatori grazie alla loro attività “resolvinica”. Gli acidi grassi omega-3 a lunga catena (EPA e DHA) presenti nel sito dell’infiammazione, infatti, vengono convertiti enzimaticamente in sostanze quali resolvine, maresine e protectine, specializzate nella risoluzione dell’infiammazione stessa”.

“Altrettanto accertato anche l’effetto di modulazione della vitamina D su questi fenomeni – continua PoliQuesta vitamina, infatti, facilita la differenziazione dei monociti in macrofagi e aumenta la loro capacità di uccidere i batteri, modula la produzione di citochine infiammatorie e facilita l’esposizione dell’antigene, importante per attivare la produzione di anticorpi specifici. Molte cellule immunitarie sono infatti dotate di recettori per la vitamina D che ne condizionano la funzione quando attivati”.

LE EVIDENZE SCIENTIFICHE SULL’INCIDENZA DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI

Nell’ambito di un grande trial randomizzato e controllato, gli autori dello studio hanno valutato gli effetti di un trattamento con vitamina D3 e/o omega-3 a lunga catena o un placebo. Considerando complessivamente l’efficacia dell’intervento, si è osservato che nei tre bracci di trattamento attivo (vitamina D3 da sola, omega-3 da soli, o la combinazione di questi due principi attivi) l’incidenza delle patologie autoimmuni (l’artrite reumatoide, la polimialgia reumatica, le malattie autoimmuni della tiroide, la psoriasi) si era ridotta del 15-22% rispetto al gruppo trattato con i placebo[1].

“I risultati dello studio – commenta Andrea Polisono di evidente interesse, alla luce del fatto che le patologie autoimmuni considerate, per la loro cronicità, hanno un forte impatto sulla qualità della vita delle persone colpite e dei loro caregivers, oltre che sul sistema sanitario per i costi sanitari e sociali di rilievo che esse generano”.

IL VALORE CLINICO E PRATICO DELL’INTEGRAZIONE DIETETICA

Il lavoro scientifico, condotto con metodologia rigorosa (essendo basato su uno studio randomizzato e controllato), suggerisce quindi la capacità della vitamina D3 e degli omega-3 a lunga catena di influenzare in modo favorevole la comparsa o l’evoluzione di patologie assai diverse, caratterizzate da una non corretta interazione tra il sistema immunitario dell’organismo e fattori scatenanti esterni.

“Esso ci ricorda – conclude Poliche utilizzata secondo modalità dirette e basate sull’evidenza scientifica, l’integrazione dietetica può ottenere risultati di grande interesse clinico e pratico, a tutt’oggi solo in parte accertati”.

 


LO STUDIO

Lo studio nasce nell’ambito di un grande trial randomizzato e controllato, che ha valutato gli effetti della vitamina D3 da sola o in combinazione con gli omega-3 a lunga catena sull’incidenza di eventi di natura cardiovascolare o tumorale (lo studio VITAL)[2]. Le caratteristiche principali dello studio VITAL sono note: circa 26.000 partecipanti dell’età media di 67 anni sono stati randomizzati ad un trattamento con vitamina D3 (2000 IU/die) e/o omega-3 a lunga catena (1000 mg/die) o un placebo, con un follow-up mediano di 5,3 anni.

Nella popolazione dello studio VITAL gli autori hanno valutato l’eventuale differenza nella comparsa di malattie autoimmuni tra i gruppi randomizzati ai diversi trattamenti sperimentali testati. Il presupposto teorico di questo sotto studio nasce dal fatto che sia gli omega-3 e sia la vitamina D3 sono stati associati, negli studi osservazionali, ad una ridotta incidenza di queste patologie.

[1] Hahn J, Cook NR, Alexander EK, Friedman S, Walter J, Bubes V, Kotler G, Lee IM, Manson JE, Costenbader KH. Vitamin D and marine omega 3 fatty acid supplementation and incident autoimmune disease: VITAL randomized controlled trial. BMJ. 2022 Jan 26;376:e066452. doi: 10.1136/bmj-2021-066452. PMID: 35082139; PMCID: PMC8791065.

[2] Manson JE, Cook NR, Lee IM et al.; VITAL Research Group. Marine n-3 Fatty Acids and Prevention of Cardiovascular Disease and Cancer. N Engl J Med 2019; 380(1):23-32. doi: 10.1056/NEJMoa1811403. Epub 2018 Nov 10. PMID: 30415637; PMCID: PMC6392053

 

 

Sistema immunitario “resiliente”, essenziale agire da più fronti: l’integrazione alimentare, un valido supporto al benessere dell’organismo

 

  • Osservatorio Integratori & Salute: Vitamine A, B6, B12, C, D, acido folico, rame, ferro, selenio e zinco sono tra i micronutrienti essenziali per mantenere in salute il sistema immunitario.

Un rapporto sempre più stretto quello tra alimentazione sana ed equilibrata e resilienza, concetto molto esplorato negli ultimi anni, legato ai processi e alle abilità che permettono di mantenere uno stato di benessere personale e sociale, nonostante gli eventi negativi. La resilienza è al centro della sezione “Mind the gap” del sito IADSA e dell’analisi di Integratori & Salute, associazione italiana aderente a Confindustria, da sempre impegnata a contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità degli integratori alimentari.

La letteratura scientifica[1] offre diverse definizioni del termine “resilienza”: in “Salute 2020”, piano d’azione europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la costruzione della resilienza viene descritta come “un fattore chiave per proteggere e promuovere la salute e il benessere”. A conferma della sua rilevanza, riferendosi ai suoi obiettivi di sviluppo sostenibile, sempre l’OMS afferma che “la resilienza ha un ruolo molto importante in essenzialmente tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

La pandemia ha evidenziato come il sostegno del sistema immunitario sia necessario per garantire la salute dell’organismo e quindi come influisca sulla capacità degli individui di essere resilienti. Con l’avanzare dell’età, il rischio e la gravità delle infezioni variano in base alla capacità immunitaria, a seconda di come il sistema immunitario si sviluppa, matura e declina[2].

“In tutte le fasi della vita, una corretta alimentazione può però essere un ottimo alleato per rafforzare il sistema immunitario. Tra i micronutrienti essenziali per il suo corretto funzionamento troviamo: vitamine A, B6, B12, C, D, l’acido folico e minerali quali rame, ferro, selenio e zinco[3]” dichiara il Dr. Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy che, all’interno della review “Stile di vita, alimentazione e integrazione nell’epoca del Covid-19. Lo stato dell’arte”, pubblicata di recente sul sito Integratori e Benessere di Integratori Italia[4], analizza ampiamente il ruolo dell’integrazione di alcune di queste sostanze a supporto del sistema immunitario.

Tuttavia, come riportato in un recente articolo pubblicato su Current Developments in Nutrition [5], si stima che due miliardi di persone nel mondo non consumino questi nutrienti in quantità sufficiente. Ciò significa che gran parte della popolazione mondiale, soprattutto nelle fasce d’età anziane, potrebbe seguire una dieta non adeguata a supportare il corretto funzionamento del proprio sistema immunitario. Per far fronte a questa situazione la chiave è sicuramente una migliore educazione alimentare e un corretto utilizzo dell’integrazione alimentare, che può giocare un ruolo importante non solo per compensare carenze nutrizionali ma per coadiuvare il benessere dell’organismo. La funzione immunitaria può essere migliorata ripristinando i micronutrienti carenti ai livelli raccomandati, aumentando così la resistenza alle infezioni e sostenendo un recupero più rapido in caso di infezione. Una sfida importante, che potrebbe portare benefici a milioni di persone, soprattutto a seguito di quanto accaduto durante la pandemia, con persone in età avanzata più a rischio di contrarre la malattia in forma grave, rispetto a quelle più giovani.

 

I PRINCIPALI MICRONUTRIENTI PER UN BUON FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO

  • La vitamina D è largamente coinvolta nella regolazione delle funzioni del sistema immunitario. La sua carenza può contribuire ad aumentare il rischio di infezioni. Diverse metanalisi recenti hanno concluso che l’integrazione può ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio sia nei bambini che negli adulti. La vitamina D è stata recentemente studiata, benché con esiti non conclusivi, anche in relazione ai suoi possibili effetti sull’infezione da Sars-CoV-2.
  • La vitamina C supporta la crescita e la funzionalità delle cellule responsabili del sistema immunitario, favorisce la risposta dei globuli bianchi alle infezioni e l’eliminazione dei microrganismi patogeni. L’integrazione della dieta con vitamina C, inoltre, sembra contribuire alla prevenzione delle infezioni respiratorie e a ridurne la durata e la gravità.
  • Grazie alla vitamina B6, l’organismo è facilitato nella formazione di globuli bianchi e nell’assicurare il normale funzionamento dei linfociti.
  • La vitamina E protegge le cellule dell’organismo dallo stress ossidativo. Inoltre, risultati clinici riconoscerebbero un suo ruolo anche nelle infezioni del tratto respiratorio.
  • Un’adeguata assunzione di zinco è essenziale per il normale sviluppo e funzione delle cellule che partecipano alla risposta immunitaria.
  • Per quanto riguarda il ferro, studi sull’uomo hanno rilevato come la sua carenza possa, tra l’altro, alterare l’equilibrio tra cellule antinfiammatorie e proinfiammatorie. Recentemente EFSA ha riconosciuto il ruolo del ferro anche nel sistema immunitario dei bambini, stabilendo l’esistenza di un’associazione di tipo causa-effetto tra l’apporto nutrizionale del minerale e il contributo alla normale funzione del sistema immunitario stesso fino ai 3 anni di età.
  • Secondo un recente studio, un aumento dell’assunzione di selenio da parte di soggetti sani, ma con livelli relativamente bassi delle concentrazioni plasmatiche del selenio stesso, migliora l’immunità cellulare.
  • Infine, un effetto favorevole sul mantenimento della funzione immunitaria è riconosciuto da EFSA anche al rame

Per maggiori informazioni: https://www.iadsa.org/mind-the-gap/english/fighting-fit#intro

[1] https://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0005/351284/resilience-report-20171004-h1635.pdf

[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6212925/

[3] https://nutrition.bmj.com/content/early/2020/05/20/bmjnph-2020-000085

[4] https://www.integratoriebenessere.it/stile-vita-alimentazione-ed-integrazione-nellepoca-covid-19-dellarte/

[5] https://academic.oup.com/cdn/article/4/6/nzaa083/5841178

 

 

Alleati del benessere e strumenti di prevenzione: gli integratori alimentari, prodotto importante per la farmacia del post pandemia

  • Maggiore attenzione e consapevolezza verso la salute da parte dei consumatori abituali di integratori (88% da ricerca Kantar*)
  • La farmacia è il canale d’acquisto di eccellenza
  • Si consolida il doppio ruolo del farmacista: fornire consigli per migliorare lo stato di benessere e contribuire alla prevenzione

La pandemia ha modificato i comportamenti di consumo ed il processo d’acquisto in ogni categoria di mercato, in particolare, nel contesto socio-sanitario, in cui è emersa una maggiore attenzione al proprio benessere da parte dei consumatori.

Tale atteggiamento ha modificato anche la scelta e l’utilizzo di integratori alimentari, ridefinendo in primis il ruolo della farmacia. Per mettere a fuoco il cambiamento avvenuto nelle richieste dei consumatori e nella funzione stessa del farmacista, si è svolto il 5 novembre 2021, all’interno della nuova edizione di FarmacistaPiù, il talk “Nutrizione in epoca di pandemia: Covid-19 e ruolo dell’integrazione alimentare”, a cura di Integratori & Benessere, l’associazione italiana di categoria aderente a Confindustria e parte di Unione Italiana Food, che rappresenta il settore degli integratori alimentari e dei prodotti salutistici.

Il talk è stato moderato da Alessandro Colombo, Vice Presidente di Integratori Italia, ed hanno partecipato Maximin Liebn, Componente Comitato Centrale Fofi, Clara Mottinelli, Componente Consiglio di Presidenza Federfarma, Michele Pellegrini Calace, Tesoriere Federfarma Nazionale, Andrea Poli, Presidente Nutrition Foundation of Italy e Matteo Roccio, Account Manager Kantar.

Nel corso del talk, Alessandro Colombo ha messo in evidenza che – secondo una recente ricerca di mercato commissionata da Integratori Italia a Kantar*- coloro che consumavano integratori anche prima della pandemia (88%) hanno aumentato nel 2020 la regolarità di assunzione di questi prodotti, in una logica di maggiore attenzione alla prevenzione, ed hanno esteso agli altri membri della famiglia questo comportamento.

In questo scenario, qual è la funzione della farmacia, che rimane il luogo elettivo di acquisto degli integratori, e della figura del farmacista?

“La farmacia offre, già da molti anni, la possibilità ai cittadini di accedere facilmente a una vasta gamma di prodotti nel campo dell’integrazione alimentare, e questa tendenza è destinata ad aumentare di pari passo con i nuovi e rinnovati bisogni di salute della popolazione” ha affermato Michele Pellegrini Calace. “La pandemia ci ha messo di fronte al valore della salute e della cura di sé, una lezione della quale siamo destinati a fare tesoro a lungo, e la farmacia può giocare un ruolo decisivo nel supportare i nuovi bisogni di salute e di benessere dei cittadini su tutto il territorio nazionale”.

“Quando si parla di integratori si parla ormai non solo di prodotti che aiutano a mantenere lo stato di salute delle persone in determinati momenti della vita, ma anche vere e proprie risorse per la prevenzione – ha proseguito Colombo. “Questa doppia funzione rende l’integratore uno “strumento” importante per la farmacia, perché attraverso la sempre maggior richiesta di salute e benessere a 360° gradi che la popolazione chiede, il farmacista può rafforzare la relazione con il consumatore sia rispondendo alle sue esigenze sulla salute, che promuovendo un counselling mirato alla prevenzione.”

Sempre secondo i dati Kantar, infatti, i consumatori “abituali” si affidano al parere di farmacisti di cui apprezzano presenza, competenza ed esperienza. Per i nuovi user, che sono circa il 12% degli intervistati, il parere dell’esperto rimane fondamentale. Il farmacista è la principale fonte di informazione – insieme al medico – che li porta a prediligere il canale d’acquisto offline, permettendogli un contatto diretto con questa figura di riferimento.

“In un contesto dove l’online gioca un ruolo sempre più rilevante, la farmacia ricopre ancora un ruolo fondamentale nell’orientare e nel guidare il consumatore nell’approccio al mondo degli integratori” ha sottolineato Matteo Roccio. “Il farmacista è infatti la prima fonte informativa per gli shopper della categoria e una delle figure con maggiore autorevolezza e credibilità che deve essere in grado di comprendere i cambiamenti in atto per riuscire a confermare la sua importanza nella mediazione e nel consiglio all’acquisto degli integratori.”

Durante la pandemia il 58% degli intervistati ha dichiarato di assumere integratori per preservare o migliorare lo stato di salute, in particolare come supporto fisico per il sistema immunitario: tuttavia, non sono state poche le fake news che hanno imperversato – soprattutto online – su presunti effetti miracolistici di alcune sostanze. Durante il talk un importante intervento è stato, pertanto, quello del Dottor Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy, che ha fatto chiarezza su quali integratori abbiano sufficienti referenze scientifiche per poter essere utilizzati a sostegno della funzione immunitaria.

“L’importanza dominante degli interventi di salute pubblica e delle vaccinazioni nel limitare la diffusione e la gravità delle infezioni è fuori discussione; il ruolo di supporto di alcuni integratori alimentari alla funzione del sistema immunitario non va tuttavia trascurato. Evidenze sufficientemente chiare indicano, per esempio, che un adeguato apporto di vitamina D e C (anche da supplementazione), e l’impiego di specifici botanicals, come l’echinacea, e probiotici può svolgere al proposito un interessante ruolo di sostegno” ha dichiarato Andrea Poli.

 

* Ricerca nata con l’obiettivo di comprendere come sia cambiato il consumo degli integratori nel corso del 2020: 1000 interviste a utilizzatori, principali e/o co-decisori di acquisto di integratori con diverse finalità: alimentari, per il benessere quotidiano, per le difese immunitarie, per lo sport, etc.

 

Osservatorio Integratori & Salute: vitamina D per ossa più sane e riduzione del rischio di cadute

Il problema delle fratture da caduta riguarda oltre 37 milioni di persone nel mondo, secondo l’OMS.

In Italia, circa 5 milioni di persone è affetto da osteoporosi, una delle cause principali di frattura: la supplementazione di Vitamina D può ridurre il problema e abbattere i costi derivati da esso

Le cadute sono spesso la causa di fratture ossee negli uomini e nelle donne a partire dai 60 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 37,3 milioni di cadute ogni anno sono abbastanza gravi da richiedere attenzione ed intervento medico[1]. Sono molteplici i fattori che possono aumentare le probabilità di caduta[2]: tra questi, l’osteoporosi, che in Italia coinvolge il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni[3] e un basso apporto dietetico di vitamina D, come riportato nella sezione “Mind the gap” del sito IADSA.

Anche Integratori  & Salute, associazione italiana aderente a Confindustria, da sempre impegnata a contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare, fa il punto sull’importanza della supplementazione della vitamina D per ridurre il rischio di fratture da caduta.

Secondo uno studio statunitense pubblicato da Frost & Sullivan[4], dal 2016 al 2020 è stato possibile ottenere un importante risparmio economico dall’uso di alcune sostanze nutritive presenti negli integratori, in una popolazione over 55 affetta da patologie croniche con gravi impatti sociali e a rischio di complicanze. Tra i vari integratori considerati, calcio, vitamina D e magnesio potevano far risparmiare dai 4 agli 8 miliardi di dollari in una popolazione affetta da osteoporosi, riducendo il rischio di fratture del femore e del bacino e di fratture in generale.

Sempre l’OMS, in un rapporto sulla prevenzione delle cadute tra gli anziani, afferma[5] che: “Prove in aumento sostengono [che] l’assunzione dietetica di calcio e vitamina D migliora la massa ossea tra le persone con bassa densità ossea, riduce il rischio di osteoporosi e di cadere. Le persone anziane con un basso apporto dietetico di calcio e vitamina D possono essere a rischio di cadute, e quindi di fratture che ne derivano“.

Anche la Commissione europea ha riconosciuto la Vitamina D come alleato della salute delle ossa[6]: “La vitamina D aiuta a ridurre il rischio di caduta associato all’instabilità posturale e alla debolezza muscolare. La caduta è un fattore di rischio di fratture ossee negli uomini e nelle donne a partire dai 60 anni.”

Questa vitamina, infatti, aiuta a evitare eventuali cadute associate all’instabilità posturale e alla debolezza muscolare. Secondo gli studiosi, la Vitamina D migliora la funzione muscolare, la forza e l’equilibrio dell’organismo. L’indicazione può essere utilizzata solo per gli integratori alimentari che forniscono almeno 15μg di vitamina D per porzione giornaliera. Il consumatore dovrebbe quindi essere informato che l’effetto benefico si ottiene con un’assunzione giornaliera di 20μg di vitamina D.

Per maggiori informazioni: https://www.iadsa.org/mind-the-gap/english/falling#intro

[1] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/falls#:~:text=Each%20year%20an%20estimated%20646,medica

[2] https://www.cdc.gov/homeandrecreationalsafety/falls/adultfalls.html

[3]https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4491&area=Salutedonna&menu=patologie

[4] https://foodsupplementseurope.org/wp-content/themes/fse-theme/documents/value-of-supplementation/hccs-omega-3-report.pdf

[5] https://extranet.who.int/agefriendlyworld/wp-content/uploads/2014/06/WHo-Global-report-on-falls-prevention-in-older-age.pdf

[6] Commission Regulation (EU) No 1228/2014 of 17/11/2014

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